Convento di San Domenico, sede della Pinacoteca
Francesco Albani e Pianoro, Sant'Antonio da Padova in adorazione del Bambino (1642), tecnica mista su tela, cm 165 x 235
(attribuito a) Raffaello Botticini (1477-1520), Madonna di Misericordia, tempera grassa su tavola, cm 149 x 146,5
Lavinia Fontana (Bologna,1552-Roma,1614), La Madonna Assunta di Ponte Santo e i Santi Cassiano e Crisologo (1584), olio su tela, cm 252 x 164
Franz Godin, Natura morta con fiori, uccelli morti, fruttiera e piatto con limone (1631), olio su tavola, cm 38,5 x 54
Bartolomeo Cesi (Bologna, 1556-1629), Ritratto di gentiluomo venticinquenne (1585), olio su tela, cm 78 x 63. Porta in alto a sinistra l'iscrizione: Aetatis suae XXV. Attribuito in un primo tempo a Lavinia Fontana e a Ernst de Schayck, fu restituito da Graziani a Bartolomeo Cesi, proponendo una datazione intorno alla metà degli anni '70, mentre Benetati la sposta di un decennio in avanti. Una iscrizione rimossa da un vecchio restauro, identificava il gentiluomo ritratto con Ottaviano Codronchi, ma la morte di questi nel 1525 nella battaglia di Pavia, molto prima dell'esecuzione del ritratto, fa dubitare dell'identificazione.
Ex biblioteca del convento: particolare della decorazione
Secondo chiostro
Loggiato del secondo chiostro
Veduta delle sale della Pinacoteca nell'ex dormitorio dei conversi
Imola

Museo San Domenico

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi
Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Museo del San Domenico, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 20.

Collina C. (a cura di), I luoghi d'arte contemporanea in Emilia-Romagna: arti del Novecento e dopo - 2. ed. aggiornata, Bologna, Clueb, 2008.


Museo di San Domenico, in Cantieri culturali: allestimenti, didattica, catalogazione e restauro nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, 2006, p. 29.

Baroncini C., Mazzini L., Orsi O., Pedrini C. (a cura di), Il Museo di San Domenico, Fusignano, 2004.

Tamassia P., Museo del Risorgimento, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 109, n. 52.

AA.VV. (a cura di), Da grande farò l'archeologo. Marta e Tommaso alla scoperta della necropoli di Orto Granara, Ozzano Emilia (Bo) 1999, 32 pp., ill.


Pacciarelli M. (a cura di), Acque, grotte e Dei. 3000 anni di culti preromani in Romagna, Marche e Abruzzo, Fusignano (Ra) 1997, 202 pp. ill. colori

AA.VV. (a cura di), Racconti quasi fantastici di un vecchio esploratore, Fusignano (Ra), 1997, 45 pp., ill.

Imola. Museo del Risorgimento (scheda relativa al Museo del Risorgimento di Imola del censimento dei musei del risorgimento e delle raccolte di interessse risorgimentale in Emilia-Romagna), in Bollettino del museo del Risorgimento , N.1 (1997), P. 96-99.

Pacciarelli M (a cura di), La Collezione Scarabelli 2. Preistoria, Casalecchio di Reno, 1996, 479 pp., ill. colori, tavole.


AA.VV. (a cura di), Schede didattiche del Museo Civico Giuseppe Scarabelli. Le Collezioni, Casalecchio di Reno (Bo), 1996, n. 17 schede, ill.


Pacciarelli M., Vai G.B. (a cura di), La Collezione Scarabelli 1. Geologia, Casalecchio di Reno (Bo), 1995, 407 pp., ill. colori.


AA.VV. (a cura di), Tra le montagne del mare padano, guida alla mostra, Casalecchio di Reno (Bo), 1995, 22 pp., ill.

Pedrini C. (a cura di), La Pinacoteca di Imola, Bologna 1988.

Mancini F., La città di Imola. Il Palazzo dei Musei, Imola, 1966.

Marani M., Il Museo del Risorgimento a Imola, in Rassegna storica del Risorgimento, XXVI, 1939, pp. 845-848.
Via Sacchi, 4
Imola (BO)
Tel: 0542 602 609

Museo accreditato al Sistema Museale Nazionale
Misto
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte contemporanea storica (1900-1950)
Arte contemporanea attuale (1950 ad oggi)
Archeologia classica
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia protostorica
Egittologia
Paleontologia
Geologia
Mineralogia
Zoologia
Etnologia/Etnografia
Risorgimento
Il complesso conventuale dei Santi Nicolò e Domenico, sede della Pinacoteca, è stato oggetto in questi anni di una attenta e complessa opera di ristrutturazione degli ambienti finalizzata ad accogliere in un'unica sede i Musei Civici di Imola. L'itinerario espositivo consente al momento di visitare gli ambienti della Pinacoteca Comunale, la cui collezione si compone di un centinaio di opere, prevalentemente di ambito bolognese, realizzate tra il XV e il XXI secolo. Il nucleo principale della collezione è stato arricchito dall'esposizione di ulteriori raccolte, tra cui quella dei disegni antichi, delle ceramiche medievali e moderne, delle monete e medaglie e del materiale lapideo. Il nuovo assetto espositivo prevederà poi la riapertura dello storico Museo Naturalistico Giuseppe Scarabelli, caso esemplare di allestimento museografico ottocentesco, rimasto per alcuni anni precluso alla visita ad esclusione di una sezione appositamente predisposta per le attività didattiche e l'allestimento del Museo Archeologico che consentirà di far emergere e valorizzare i risultati di oltre un secolo di ricerche condotte nel territorio imolese. Da ultimo, il Museo del Risorgimento, già ospitato nell'ex convento di San Francesco, è stato disallestito nel 2001 per un necessario adeguamento strutturale dei locali e i cimeli sono attualmente conservati presso il deposito dei Musei Civici.

COLLEZIONI D'ARTE DELLA CITTA'
Il primo nucleo della Pinacoteca Civica risale all'Iconoteca degli illustri imolesi, ovvero una galleria di ritratti, allestita dal medico imolese Luigi Angeli nel 1819 e tuttora visibile nel corridoio superiore della Biblioteca comunale. E' nel 1868, però, che si registra la data di nascita della Pinacoteca dopo che il sindaco Giovanni Codronchi Argeli aveva avviato la raccolta di dipinti e sculture di proprietà comunale, di privati e dei soppressi ordini religiosi e che vede per circa un decennio un'apertura quotidiana. L'attuale allestimento nell'ex convento di San Domenico risale al 1988 e propone la collezione, formata da opere di varie epoche e scuole, di vario formato e differenti qualità, in un percorso che ricollega le opere in museo con il patrimonio di edifici e documenti artistici presenti in città. La visita inizia con un gruppo di pregevoli affreschi quattrocenteschi; da notare il S. Cristoforo di Tommaso Cardello datato 1469, la Madonna in trono col Bambino e S. Antonio di Cristoforo Scaletti e l'interessante frammento con l'Annunciazione messo in luce proprio durante i lavori di recupero nel convento di San Domenico. Percorsa una lunga galleria che accoglie una serie di riproduzioni di dipinti un tempo presenti a Imola, ora in altre città in seguito a dispersioni e vendite, si accede all'antico dormitorio del convento dove è esposta la quadreria di soggetto religioso: ad artisti operanti nel Quattrocento, come il "Maestro del Trittico di Imola" ed il veneto Pelosio si affiancano opere cinquecentesche di artisti locali come Innocenzo da Imola e Gaspare Sacchi. La scuola bolognese è presente con il Martirio di Santo Stefano del manierista Samachini, con la tela seicentesca di D.M. Viani e un piccolo dipinto di Ubaldo Gandolfi. Completano il panorama delle opere di soggetto sacro alcuni dipinti di Lavinia Fontana (1522-1614) e del forlivese G. Zampa (1731-1808). Piccole celle monastiche ora ospitano opere da collezioni private; si segnalano due nature morte del Codino (primi decenni del XVII secolo) e quattro tele di paesaggi di G.G. Santi del 1685, il Ritratto di giovane gentiluomo di B. Cesi (1556-1629) ed un bozzetto di Ubaldo Gandolfi. Una serie di ritratti fra cui quello dei due bambini della famiglia Gommi di G. Zampa completano il panorama delle quadrerie private. Al termine del percorso la sezione dedicata all'arte contemporanea: ad artisti imolesi come A. Montevecchi, T. Dalla Volpe, A. Margotti, M.G. Dal Monte, G. Sartelli si affiancano opere di Guttuso, De Pisis, Casorati, Cantatore, Tilson. L’attività espositiva temporanea della Pinacoteca si articola tra il quadriloggiato e gli spazi adiacenti conosciuti come Chiostri di San Domenico e la vicina Rocca Sforzesca: nei Chiostri sono state organizzate le mostre Nuove presenze nell’arte italiana (1970), Intorno al Sessanta. Aspetti dell’arte italiana dopo l’informale 1958-1964 ( 1988), Andrea Raccagni. L’informale e Liberi 1945-1965 (1993), Germano Sartelli 1954-1994 (1994), Salgado. La mano dell’uomo (1996), Eccentrica (1999), Italo Zuffi. Profilati (1999), Sabrina Torelli. Complanari (2000), Sabrina Mezzaqui. Pensieri in sottofondo (2000), Tonino Gottarelli. La poesia si fa immagine (2000); nonché i Chiostri sono stati una delle sedi in cui si articolava la serie di Officine dedicate da Renato Barilli all’Emilia Romagna, all’Italia e all’America del nord. Si ricordano anche Inchiostro. Selezione artenati 2005, e il ciclo d’incontri Mission: possible con artisti e curatori di arte pubblica Roberto Daolio, Mili Romano (Cuore di Pietra) per Ad’a nel 2006, alla quale hanno partecipato fra gli altri nel corso del tempo, Maurizio Bolognini, cocacolascompany, Michael Fliri, Globalgroove, Michela Ravaglia, Antonio Riello, Petar Stanovic, Luca Vitone, Marco di Giovanni e Gian Domenico Sozzi. Il 2009 è stato l'anno della mostra "Mario Guido Dal Monte. Dal Futurismo all’Informale, al Neoconcreto, attraverso le avanguardie artistiche del Novecento" curata da Enrico Crispolti, mentre nel 2010 Eva Marisaldi col progetto "Cantiere/Cose mai viste" ha rivisitato gli spazi non accessibili del Museo. Nel 2011 si è svolta la mostra "Concorso piazza. Lo spazio sotto il cielo", dove sono stati presentati al pubblico i cinque progetti proposti per la realizzazione della nuova opera d'arte da porre in Piazza Matteotti a Imola. Tra i cinque (realizzati da: Alfredo Jaar, Studio Azzurro, Grazia Toderi, Luca Vitone e Krzysztof Wodiczko), due soli (quelli di Studio Azzurro e Krzysztof Wodiczko) sono stati scelti come finalisti e la mostra ha avuto come obiettivo quello di far scegliere ai cittadini imolesi il più meritevole e adeguato. L'ultima fase del progetto sarà quella della realizzazione e dell'inaugurazione della nuova opera d'arte, prevista per il 2012.

MUSEO GIUSEPPE SCARABELLI
Il civico Museo di Storia Naturale e di Archeologia deve la sua fondazione, attorno alla metà del XIX secolo, all'iniziativa congiunta di un gruppo di scienziati imolesi capeggiati dal geologo e paleontologo Giuseppe Scarabelli. Le collezioni museali, fra le quali spicca la raccolta formatasi a seguito delle indagini condotte direttamente dallo Scarabelli in suolo imolese, pur avendo conosciuto col tempo aggiustamenti di assetto, non hanno subito sostanziali manomissioni e mantengono intatta un'indole museografica che è il riflesso più diretto del clima culturale entro il quale tale organismo conservativo si è caratterizzato. Le iniziali collezioni naturalistiche sono state integrate da quelle di archeologia, etnografia e culture extraeuropee. La fisionomia del museo, pur composita, mostra dunque una forte impronta naturalistica che gli deriva dall'essere i nuclei dedicati alle scienze naturali il segmento patrimoniale maggiormente caratterizzante. Si annoverano alcune raccolte di grandissimo valore, fra le quali vanno menzionate la collezione ornitologica composta specialmente da avifauna locale, la collezione entomologica Pirazzoli ricca di oltre ottomila specie, l'erbario Tassinari, l'interessante e suggestivo insieme di oggetti etnografici provenienti da diversi paesi del globo. Il settore naturalistico comprende, ancora, numerosi uccelli in forma tassidermizzata, coleotteri, rettili, una collezione di malacofauna locale, dal Mediterraneo e dal Mar Rosso, diverse campionature di minerali, fossili e pietre dure originarie della penisola italiana e di altre parti del mondo. Grande articolazione presenta la raccolta geologica e paleontologica costituita dallo Scarabelli. Fra le rocce, i fossili e i resti osteologici di maggiore rilievo scientifico si hanno i campioni delle varie formazioni geologiche marchigiane e dell'Appennino tosco-romagnolo, la flora e la fauna fossili delle filliti del Senigalliese, la celebre "Fauna di Imola" a mammiferi terrestri del Quaternario. Alle esplorazioni condotte dallo Scarabelli in territorio imolese si legano gli importanti nuclei archeologici del museo. Allo scienziato si debbono, infatti, la scoperta e lo scavo della Grotta del Re Tiberio e delle famose stazioni dell'età del Bronzo di Monte Castellaccio e S. Giuliano di Toscanella. A partire dal 1995, in coincidenza con il novantesimo anniversario della scomparsa dello Scarabelli, ha preso il via un progetto di recupero che, nel pieno rispetto filologico dell'impostazione voluta dal suo fondatore, oltre al ripristino espositivo, ha reso possibile sia la revisione scientifica del patrimonio geologico e archeologico, sia l'organizzazione di una serie di mostre e la stampa dei cataloghi delle collezioni.

ALTRE COLLEZIONI
Il museo conserva inoltre un’importante collezione di oggetti e cimeli risorgimentali che appartenevano al l’ex Museo del Risorgimento, inaugurato nel 1938 per iniziativa di Romeo Galli, bibliotecario e conservatore delle civiche raccolte artistiche della città di Imola ed ospitato in alcune sale dell’attuale Biblioteca comunale, è stato disallestito ed i cimeli sono ora conservati in deposito, in attesa di sistemazione. Per una descrizione analitica del nucleo e per visionare il patrimonio catalogato visitare la scheda “Collezione del Risorgimento” all’interno del collegamento qui a fianco “Nuclei patrimoniali”.

Un ulteriore nucleo patrimoniale è quello derivante dagli scavi e dalle ricerche condotte nel territorio imolese, che hanno consentito di acquisire nel corso degli anni un ricco patrimonio di materiali archeologici compresi tra la prima età del Ferro e l’epoca romana, momento a cui risale la fondazione di Forum Cornelii. Questo patrimonio è in attesa di una futura musealizzazione.


In recent years the monastery complex of Santi Nicolò e Domenico, home of the Art Gallery, has undergone careful and complex restructuring in order to house the Imola Civic Museums in a single location. At the moment, only the Municipal Art Gallery can be visited. It has a collection of about one hundred works, mainly from the Bologna area, produced between the 15th and the 21st century. At a later date further collections will be added, including one of old drawings, medieval and modern ceramics, coins and medals, as well as stone items. The new exhibition area will include the reopening of the historic Giuseppe Scarabelli Natural History Museum, a fine example of a nineteenth-century museum, which for some years has been closed to visitors with the exception of a section specially devoted to educational activities. Lastly, the new layout of the Archaeological Museum will reveal the results of more than a century of research carried out in the Imola area. Lastly, the collection of Risorgimento Museum, moved out from the ex-convent of San Francesco in 2001 due to necessary structural works, is now stored and preserved in Musei Civici warehouse.


MUNICIPAL ART GALLERY The first part of the Municipal Art Gallery dates back to the Iconoteca of illustrious Imola characters, a collection of portraits put together by the Imola doctor Luigi Angeli 1819 and which can still be seen in the upper corridor of the Municipal Library., However the real date of birth of the Art Gallery was in 1868 when the Mayor Giovanni Codronchi Argeli collected in one place all the paintings and sculptures owned by the municipality, by private citizens and by the suppressed religious orders, and opened it to visitors on a daily basis for about ten years. The present exhibition in the former monastery of San Domenico dates back to 1988 and proposes the collection, which comprises works of various periods and schools, in different sizes and qualities, in a layout that links the works in the museum to the heritage of buildings and artistic documents in the town. The tour begins with a group of fine fifteenth-century frescoes; particularly worthy of note are the St. Christopher by Tommaso Cardello, dated 1469, the Madonna enthroned with the Child and St. Anthony by Cristoforo Scaletti and the interesting fragment of the Annunciation, brought to light during restoration work in the monastery of San Domenico. After a long gallery containing a series of reproductions of paintings that were once in Imola but are now in other towns, having been scattered and sold, there is the old monastery dormitory where pictures with a religious theme are hanging: alongside the works of fifteenth-century artists, such as the “Master of the Imola Triptych” and the Veneto artist Pelosio, hang those of local sixteenth-century painters such as Innocenzo da Imola and Gaspare Sacchi. The Bologna school is represented with the Martyrdom of Saint Stephen by the Mannerist Sanachini, a seventeenth-century work by D.M. Viani and a small painting by Ubaldo Gandolfi. Completing the panorama of works with a sacred theme are some paintings by Lavinia Fontana (1522-1614) and by the Forlivese artist G. Zampa (1731-1808). The monks’ small cells now contain works from private collections; there are two still life scenes by Codino (first decades of the 17th century) and four landscapes painted by G.G. Santi in 1685, the Portrait of a young gentleman by B. Cesi (1556-1629) and a bozzetto by Ubaldo Gandolfi. A series of portraits, including that of two children from the Gommi family by G. Zampa, complete the private art collections. At the end of the tour is the section devoted to contemporary art: here the works of artists from Imola such as A. Montevecchi, T. Dalla Volpe, A. Margotti, M.G. Dal Monte, G. Sartelli are shown alongside works by Guttuso, De Pisis, Casorati, Cantatore, Tilson. The Pinacoteca’s temporary exhibitions are held in the Quadriloggiato, the adjacent San Domenico Cloister, and the nearby Rocca Sforzesca: the Cloister hosted “Nuove presenze nell’arte italiana” (1970), “Intorno al Sessanta. Aspetti dell’arte italiana dopo l’informale 1958-1964” ( 1988), “Andrea Raccagni. L’informale e Liberi 1945-1965” (1993), “Germano Sartelli 1954-1994” (1994), “Salgado. La mano dell’uomo” (1996), “Eccentrica” (1999), “Italo Zuffi. Profilati” (1999), “Sabrina Torelli. Complanari” (2000), “Sabrina Mezzaqui. Pensieri in sottofondo” (2000), “Tonino Gottarelli. La poesia si fa immagine” (2000); the Cloister was also one of the venues for the series of Renato Barilli’s workshops dedicated to Emilia Romagna, Italy, and North America. Other noteworthy exhibitions included “Inchiostro. Selezione artenati 2005”, and the cycle of seminars “Mission: possible” with the artists and public art curators Roberto Daolio, Mili Romano (Cuore di Pietra) on behalf of Ad’a in 2006, which saw the participation, among others, of, Maurizio Bolognini, cocacolascompany, Michael Fliri, Globalgroove, Michela Ravaglia, Antonio Riello, Petar Stanovic, Luca Vitone, Marco di Giovanni and Gian Domenico Sozzi. The year 2009 saw the exhibition "Mario Guido Dal Monte. Dal Futurismo all’Informale, al Neoconcreto, attraverso le avanguardie artistiche del Novecento" curated by Enrico Crispolti, while in 2010 Eva Marisaldi’s project "Cantiere/Cose mai viste" re-visited the parts of the museum that are closed to the public. In 2011 "Concorso piazza. Lo spazio sotto il cielo" took place; this exhibition presented to the public the five project proposals for the new work of art to be displayed in Piazza Matteotti in Imola. Of the five projects (by Alfredo Jaar, Studio Azzurro, Grazia Toderi, Luca Vitone, and Krzysztof Wodiczko), only two (those by Studio Azzurro and Krzysztof Wodiczko) were selected as finalists, and the goal of the exhibition was to allow Imola’s citizens to choose which one was more deserving. The last phase of the project, scheduled for 2012, calls for the creation and inauguration of the new work of art.

GIUSEPPE SCARABELLI NATURAL HISTORY MUSEUM The Civic Museum of Natural History and Archaeology was founded around the middle of the 19th century as a joint venture by a group of scientists from Imola, led by the geologist and palaeontologist Giuseppe Scarabelli. The items gathered during digs carried out directly by Scarabelli in the Imola area represent an outstanding part of the museum collections. Although the arrangement of the collection has varied to a certain extent over time, it has not been substantially changed and still maintains a character that most directly reflects the cultural climate of the time in which was formed. The original natural history collections have been integrated with others focussing on archaeology, ethnography and non-European cultures. Despite its compound structure, the museum still shows a strong bias towards natural history, since that was the predominant character of the largest part of its heritage. It contains a number of very valuable collections, in particular the ornithological collection, comprising especially local fauna, the Pirazzoli entomological collection, with more than eight thousand species, the Tassinari herbarium, as well as the interesting and impressive group of ethnographic exhibits from different countries all over the world. The natural history collection also includes numerous stuffed birds, beetles, reptiles, a collection of local, Mediterranean and Red Sea snails, different specimens of minerals, fossils and hard stones from the Italian peninsula and other parts of the world. The geological and paleontological collection put together by Scarabelli is very varied. Among the rocks, fossils and bone remains of major scientific importance there are specimens of the various geological formations of the Marches and the Tuscan-Romagna Apennines, flora and fossil fauna from Senegal phyllite, and the famous "Imola Fauna" featuring land mammals of the Quaternary period. Scarabelli’s explorations in the Imola area are linked to the important archaeological collections in the museum. It was he, in fact, who discovered and explored the Cave of King Tiberius and the famous Bronze Age stations at Monte Castellaccio and S. Giuliano di Toscanella. In 1995, on the occasion of the ninetieth anniversary of Scarabelli’s death, the recovery project began. While fully respecting the plan of its founder, as well as restoring the display it also allowed the scientific revision of the geological and archaeological heritage, the organization of a series of exhibitions and the printing of the collection catalogues.

ARCHAEOLOGICAL MUSEUM. The Archaeological Museum will be housed in the exhibition areas in the San Domenico Museum. The new arrangement will allow the exploitation of the results of over a century of intense research carried out not only in Imola itself, but in the whole strip that lies between the rivers Senio and Sillaro, which in Roman times belonged to the market town Forum Cornelii. The digs have brought to light a considerable amount of material which has enriched the documentation concerning the ancient settlements in the territory, from prehistory to the early Middle Ages. The oldest part of the collection is represented by the material found in the nineteenth century by Giuseppe Scarabelli during his explorations of the Cave of King Tiberius, on Monte Castellaccio and at S.Giuliano di Toscanella, later integrated with further discoveries. In particular the last thirty years have brought to light a number of archaeological finds of great value and interest. This is the case of Pontesanto, where traces of a settlement and an aristocratic tomb of the Villanovan period were found, while the forum and the sacred area of Roman times were found on the site of the former cinema Modernissimo. In addition to these, other finds have helped contribute to an improved knowledge of the past: remains of workshops and commercial premises, traces of urban streets, signs of water resources and public structures, as well as private buildings such as the various examples of Roman domus found in the town centre. Late Antiquity and the early Middle Ages are represented by material pertaining to the Church.

MUSEUM OF THE RISORGIMENTO
Inaugurated in 1938 by Romeo Galli, librarian and curator of the civic art collections of the city of Imola, the museum is housed on the ground floor of the former monastery of San Francesco, which is also home to the municipal library and theatre. The core of the collection is composed of materials donated by Count Antonio Domenico Gamberini (1831–1910), patriot and representative at the Assembly of the Romagnas, along with weapons, uniforms, letters, pictorial evidence, notices and proclamations that document the participation of the people of Imola in the events of the Risorgimento. The first room, dedicated to the period of French occupation (1796–1814), documents the life of Pope Pius VII, who was Bishop of Imola. The second room tells the story of the early revolts and the First War of Independence (1821–49) with relics and records of Giovanni Maria Mastai Ferretti, Bishop of Imola and later Pope Pius IX. The third and fourth rooms extensively illustrate Garibaldi’s feats, while the last section of the museum is dedicated to the part played by the people of Imola in the colonial wars and the First World War. Remarkable relics from the Fascist Era and the Second World War are on display as well.

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.