Casa Cesare Maltoni
loc. Caselle
San Lazzaro di Savena (BO)
L’incisione che decora i pilastri del cancello d’ingresso “Beata solitudo, sola beatitudo” testimonia della volontà di Maltoni di eleggere la propria casa a luogo dell’anima, dove rifugiarsi lontano dalle corsie degli ospedali e dai clamori dei simposi internazionali. Per lo stesso motivo, oltre che per allontanarsi ancora di più dalla civiltà e dall’inquinamento ad essa collegato, nel corso degli anni il medico acquistò alcuni terreni attorno alla sua proprietà fino a comporre un vasto parco secolare.
La villa si sviluppa su due piani e conserva alcune caratteristiche dell’edificio settecentesco che Maltoni acquistò e ristrutturò completamente a partire dal 1970. Elementi originari come l’androne passante che dall’atrio conduce agli ambienti principali convivono con interventi voluti da Maltoni per favorire l’ingresso della luce e dell’ambiente naturale dentro la casa: il salottino incastonato dentro un’ampia veranda a guisa di serra e le grandi vetrate del salotto di rappresentanza ne sono una prova. Oltre a questi ambienti, al piano terra è presente una cucina in cui spiccano alcuni piatti di ceramica faentina, a testimonianza del legame di Maltoni con il proprio paese d’origine, e altri locali di servizio attualmente utilizzati dai volontari dell’Istituto Ramazzini per attività socio-ricreative.
Attraverso alcune rampe di scale si accede al piano superiore, dove si trovano la modesta camera da letto del professore, attigua allo studio anch’esso arredato in modo basilare, e alcune stanze adibite ad archivi, con i tipici armadi-libreria usati dallo scienziato. Tra le due camere è possibile aggirarsi tra migliaia di documenti cartacei in attesa di schedatura (riviste scientifiche, appunti, corrispondenza…), chilometri di pellicole di indagini mediche, e numerose ricette di cucina – rigorosamente semplici - che il professore amava preparare.