foto Paolo Monti
CSI
CSID Famiglie
Faenza

Villa Ferniani

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Via Firenze 248
loc. Errano
Faenza (RA)
Tel: 338 5397046
villa con parco
Famiglia Ferniani
A pochi chilometri da Faenza, sulla strada provinciale per Brisighella, circondata da un bellissimo parco si trova Villa Ferniani, detta anche “Le Case Grandi”. La villa fu acquistata nel 1635 dalla nobile casata che tuttora la abita, ma le origini dell’edificio sono più antiche e il primo insediamento, come recita la lapide sulla facciata, risale addirittura all’età romana.
La villa si sviluppa su due piani, con un corpo centrale più alto e più profondo e due ali laterali simmetriche. Accanto ad essa, nell’Ottocento, fu realizzato un grande oratorio dotato di cupola e campanile, anche con funzioni di cappella di famiglia. Negli stessi anni fu realizzato il grande parco circostante con tigli, querce e maestosi filari di pino. Alle spalle della villa è presente un fondale roccioso che ospita alcune strutture di servizio come la ghiacciaia, le scuderie e la limonaia.
All’interno della dimora storica di famiglia, il piano nobile è riservato all’abitazione mentre il piano terra è stato allestito in forma di museo secondo la volontà di Carlo Ferniani, a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Da qui, attraverso un imponente salone di ingresso, si accede alla visita di sette sale che contengono circa milleduecento pezzi di maioliche in forma di stoviglie, di sculture, di vasi, di specchiere e perfino di mobili.
Il conte Annibale Ferniani, con notevole spirito imprenditoriale, nel 1693 aveva infatti acquistato un’officina ceramica in declino e l’aveva rilanciata avvalendosi di artisti di primissimo ordine. La fabbrica, che si trovava a Faenza nell’attuale corso Mazzini, di fronte a quello che è oggi l’ospedale, fu attiva fino al 1893 e nella villa di Errano è ora possibile ammirarne il campionario.
Un’enorme specchiera di ceramica bianca e blu accoglie i visitatori all’ingresso e abbaglia con la lucentezza del suo smalto, che riprende la tecnica della terracotta invetriata sviluppata nel Quattrocento dai Della Robbia. Sulla specchiera svetta lo stemma di famiglia, ossia l’aquila che vola sopra il mare, sormontata dalla corona comitale.
Seguono alcune sale dedicate ai servizi da tavola, che ebbero un eccezionale successo e che portarono la Fabbrica Ferniani a confrontarsi con le più celebri manifatture del Settecento: Ginori, Capodimonte, Meissen. Una sala è dedicata al “garofano”, decoro estremo-orientale derivato dalla porcellana giapponese, ma reinterpretato dai ceramisti faentini e tuttora replicato. Un’altra al grande pittore Filippo Comerio, allievo di Vittorio Bigari, prestato al disegno su ceramica proprio in occasione del suo breve impiego alle Ferniani: le sue figure verdi e nere, appoggiate ad antiche rovine, ricordano le incisioni di Piranesi o le acqueforti di Callot. I decori a piccolo fuoco ‘verde Comerio’ rientrano sicuramente tra gli elementi più preziosi della collezione.


Proseguendo, si entra nella sala degli scherzi da tavola, dove su una grande tavola ovale sono apparecchiate zucche in maiolica destinate a contenere i tortellini, sedani che si aprono per far posto alle maionesi, zuppiere e forma di cocomero e salsiere a forma di peperoni. Questo incantevole e modernissimo servizio da tavola fu realizzato per la principessa Maria Amalia di Sassonia, di passaggio a Faenza, nel suo viaggio che la conduceva a Napoli per il matrimonio con Carlo di Borbone. La principessa era nipote di Augusto il Forte, fondatore delle famose porcellane di Meissen in Sassonia, e quattro anni dopo (nel 1741) avrebbe avviato con il consorte Re di Napoli e Sicilia la Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte.
Ancora da segnalare, tra centinaia di piccoli oggetti che tolgono il fiato per precisione del disegno e lucentezza dei materiali, il trumeau, un mobile con cassetti fatto interamente in ceramica a smalto turchese, e il monumentale Caino e Abele realizzato da Raffaele Collina Graziani, un grande pannello di ceramica bianca e blu la cui forza espressiva è coniugata ad un solenne classicismo.
Proprio con questi ultimi pezzi unici, creati per sbalordire, la Fabbrica partecipò nella seconda metà dell’Ottocento alle esposizioni universali di Londra, Vienna e Parigi, raggiungendo un pubblico e una fama internazionale. Fu costretta alla chiusura alla fine del secolo, con l’avvento delle produzioni industriali e la diffusione massiccia della porcellana.


Paesaggi culturali

In centro a Faenza si trova il palazzo di città dei conti Ferniani, risalente alla seconda metà del Settecento e progettato da Gian Battista Boschi e Alfonso Torreggiani. Il palazzo è privato ma ospita occasionalmente residenze artistiche o esposizioni temporanee. In questi casi è possibile apprezzarne gli splendidi camini rivestiti di ceramica e la piccola cappella con il pavimento maiolicato. Il Museo Internazionale della Ceramica (MIC) di Faenza conserva naturalmente molti oggetti provenienti dall’officina Ferniani: tra le più eleganti, due anfore neoclassiche decorate da Filippo Comerio con scene mitologiche alternate a un’esile decorazione vegetale. Un altro Palazzo Ferniani si segnala a Brisighella, in piazza Carducci, e appartiene all’altro ramo della famiglia nobiliare.

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