Città Metropolitana di Bologna
Sculture
Stampe
Disegni
Arbizzani L. (a cura di), Palazzo Malvezzi tra storia arte politica, Bologna, Provincia di Bologna, 2001, terza edizione.
Cuppini G., L’architettura senatoria: Bologna tra Rinascimento e illuminismo, Bologna, Editrice Compositori, 2004, pp. 44-45.
via Zamboni, 13
Bologna (BO)
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte contemporanea storica (1900-1950)
Arte contemporanea attuale (1950 ad oggi)
Arte figurativa
Arte astratta
Tra il 1852 e il ’53 Giovanni Malvezzi de’ Medici, personaggio di spicco nella vita politica cittadina, diede inizio al cantiere decorativo al piano nobile, caratterizzato in precedenza da un assetto piuttosto sobrio. Concorsero all’impresa i più celebri ornatisti di quegli anni: lo scenografo Francesco Cocchi, i figuristi Antonio Muzzi e Girolamo Dal Pane, gli ornatisti Giuseppe Badiali, Onofrio Zanotti, Andrea Pesci e Luigi Samoggia, oltre agli scultori Vincenzo Testoni e Massimiliano Putti. Tra gli ambienti più rappresentativi, sui quali si aprono le porte neo rococò disegnate da Francesco Cocchi, si segnalano la Sala del Consiglio, già salone delle feste: sulla volta del grande vano, decorato su progetto del Cocchi, si apre lo sfondato affrescato da Onofrio Zanotti, con figure attribuite ad Andrea Pesci, mentre sulle pareti drappeggi e putti in volo si alternano a medaglioni con i ritratti Malvezzi, riportati alla luce nei restauri del 2007. Seguono poi la Sala dello Zodiaco, ornata dai segni zodiacali allineati entro uno spazio scandito da quadrature; la Sala Rosa o degli Amori, ispirata alla cultura letteraria del committente e decorata da Girolamo Dal Pane su tele incorniciate dagli stucchi di Vincenzo Testoni; i rilievi del camino si devono invece a Massimiliano Putti, che scolpì anche il prezioso camino in alabastro della Sala Verde, affrescata nel 1852 da Antonio Pesci con putti e i satiri affacciati sui lunettoni della volta. Una Danza delle Ore orna il soffitto della Sala Rossa, già Sala da Ballo, oggi ambiente di rappresentanza dell'amministrazione. E’ questo il complesso decorativo piu' fastoso del piano nobile, caratterizzato da alte specchiere e illuminato da sontuosi lampadari. Merita segnalazione infine il salottino con volta a finto baldacchino forse dipinta da Luigi Samoggia; in questa stanza, utilizzata come sala da tè, Giacomo Leopardi conversava con Teresa Malvezzi.
Nel 1931 il palazzo fu ceduto alla Provincia dall'ultimo erede dei Malvezzi. Nel 1934, in occasione dell'insediamento degli uffici, l'architetto Emilio Boselli riadattò molti ambienti: tra questi la sala di Giunta, corredata di una boiserie a scapito degli affreschi parietali. A questo stesso cantiere risale il completamento del cortile con il loggiato di fondo, decorato da una scultura. Altre modifiche interessarono lo scalone.