carta/ biacca/ carboncino/ matita
sec. XX (1919 - 1919)
Dal 1915 il pittore vive a Villa Strohl-Fern, cuore culturale della capitale e apre il proprio mondo figurativo agli stimoli che la vitalità artistica romana gli offre. La trama sottile del suo operare si arricchisce tramite il confronto proficuo con pittori di alta levatura culturale, con i quali intreccia un raffinato dialogo di eleganti rimandi. I contemporanei artisti romani, ma anche Gustav Klimt, Henri Matisse, Pierre-Auguste Renoir e successivamente Renato Guttuso e i pittori romani del secondo dopoguerra costituiscono, in diversi periodi della sua vita, i riferimenti per creare un'arte personale. Si avvicina, senza mai farne parte, al Divisionismo, al Simbolismo e al Liberty ma l'apporto di Bocchi alle ricerche artistiche del Novecento si esprime attraverso l'elaborazione di un percorso unico ed eccezionale costruito pazientemente intorno alla valenza pittorica della luce e alla forza degli affetti familiari.
La famiglia è protagonista indiscussa delle sue tele: i genitori, le mogli, la figlia. Attraverso i volti indagati con amore e nostalgia l'osservatore ripercorre una sorta di quotidiano diario sentimentale e può seguire la progressiva emancipazione stilistica del pittore fino ai grandi capolavori degli anni venti e anni trenta, quali Niccolina con chitarra (1917) e Ritratto di Bianca (1933) in cui la luce e i suoi incantati riflessi dominano incontrastati in ritratti unici per l'alto grado di raffinata poesia che Bocchi riesce a infondervi. La morte priva Bocchi di tutti gli affetti familiari più stretti e il pittore si fa interprete di un nuovo manierismo in cui il colore assume toni accesi e contrastati. Caratterizzati da una eleganza estenuata e sofferente, Nudo femminile (1970) e Nudo femminile con gatto (1973) sono l'estremo frutto di una tensione espressiva da cui originano gli ultimi capolavori del pittore.