Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna

Siamo in un’area urbana circondata da abitazioni moderne costruite negli ultimi decenni. La maestosa roverella è relegata all’interno di un lotto residuo non ancora costruito. L’area è apparentemente abbandonata; al centro è presente una casa colonica evidentemente disabitata da tempo e, addossata ad essa, domina questo imponente esemplare. Si tratta di un contesto disarmonico, un po’ strano; fa pensare a future imminenti possibili evoluzioni urbanistiche. Per fortuna la roverella è già sottoposta a tutela nazionale. Il lotto di terreno è chiuso da un cancello e completamente recintato; sono presenti cartelli che avvisano di situazioni di pericolo. L’albero non è quindi accessibile anche se ben visibile dalla strada; non lo si può abbracciare. Questo esemplare, di età stimata attorno ai 100 anni, non è molto alto rispetto agli altri esemplari della sua specie già descritti, ma presenta una forma globosa, espansa e simmetrica, estesa per un’area di 27 metri di diametro, con fronde che arrivano fino a terra. È una forma che difficilmente si riscontra nelle altre roverelle e che probabilmente le deriva dalla bassa pressione subita in termini di potature: forse non è mai stata potata, oppure è stata interessata soltanto da interventi non troppo invasivi, a differenza di molti altri esemplari. Il cattolicissimo re di Francia, Luigi IX (1214-1270), conosciuto come Luigi il Santo, usava rendere giustizia sotto una vecchia quercia del bosco di Vincennes, nei pressi di Parigi, riprendendo una tradizione molto diffusa tra gli antichi Slavi, Celti e Germani. Chiunque poteva avvicinarlo e porgli un quesito da risolvere, a cui lui rispondeva “con giustizia e misericordia.