Cultura indigena (Etnia iatmul o Sawos), della Nuova Guinea-Medio bacino del Sepik-Melanesia
ossa umane
argilla pittura
conchiglia
cm 31 (a) 16 (la)
n. A.P. 255
Cranio di antenato rimodellato e dipinto. Ricoperto con uno strato di argilla. Nel caso dell'oggetto in esame la superficie argillosa fu dipinta in bianco, terra di siena bruciata e in nero. Sul capo sono state inserite, nel rivestimento argilloso, diverse file di conchiglie nassa e una sezione di conus più grande al centro. Nella parte retrostante la decorazione in conchiglie sono stati applicati capelli umani originari, anch'essi infissi nello strato argilloso. Due sezioni di conchiglia sono state applicate al posto degli occhi.

oggetto di culto
Questi crani erano oggetto di culto in quanto si credevano ricettacolo dell'anima del defunto. Secondo i Melanesiani infatti, la forza psichica di un uomo è racchiusa nel cranio ed è trasmissibile da individuo ad individuo. E' per tale motivo che le teste degli antenati venivano dipinte e adornate, in modo tale che la loro anima potesse dimorarvi adeguatamente. I crani degli antenati preservavano inoltre la memoria delle origini del clan. I crani degli antenati fondatori sono conservati ed esposti. Anche i crani di persone particolarmente belle venivano conservati. Partecipando ai riti, l'anima di queste ultime poteva evocare attivamente la fertilità e la benevolenza degli spiriti della natura, verso la comunità. L'oggetto faceva parte dell'originaria esposizione del Museo delle Arti Primitive - Delfino Dinz Rialto. E' stato inoltre esposto nella mostra: La valle degli spiriti - L'arte dei popoli del Sepik - Nuova Guinea, Como, 2004.