Il boom delle Terme di Salsomaggiore, divenute nei tre decenni precedenti la prima guerra mondiale un centro di cura e turistico di livello internazionale, attrasse un nuovo pubblico cosmopolita e raffinato, che in alcuni casi cercò e trovò nei decadenti castelli dell’area, con gli opportuni restauri e adeguamenti al vivere moderno, una residenza adeguata al suo status e alle sue ambizioni.
Araldi di questa moda furono gli industriali ticinesi Giacomo e Rosa Corazza, gestori con gli eredi del marchese Dalla Rosa dello “Stabilimento Nuovo” di Salsomaggiore inaugurato nel 1883, che per una decina d’anni avrebbe avuto l’esclusiva delle cure termali.
L’anno precedente i Corazza avevano acquistato dall’ultima Scotti Douglas, per farne la propria residenza, l’imponente castello di Tabiano ormai quasi in rovina – insieme al borgo e a oltre duecento ettari di terra – avviando un grandioso restauro in stile storicistico dell’edificio, divenuto poi con il figlio Carlo il centro di una fiorente azienda agricola.
Anch’esso in stato di grave abbandono, il castello Scotti da Vigoleno venne ‘scoperto’ nel 1921 dalla principessa Maria Ruspoli-Gramont nel corso di una delle pittoresche gite a dorso di mulo che portavano a Vigoleno nobili e borghesi frequentatori delle vicine terme. Acquistato l’edificio, la principessa intraprese un vasto programma di interventi ispirati a criteri di ricostruzione storico-artistica degli ambienti, arredati con preziosi mobili e suppellettili, mentre il teatrino veniva decorato dal pittore russo Alexandre Jacovleff. Fino al 1935 il castello fu nuovamente un vivace centro di cultura, ospitando grandi protagonisti della vita artistica del tempo quali Gabriele D’Annunzio, Riccardo Bacchelli, Arthur Rubinstein, Max Ernst.