carta/ pittura a tempera
sec. XIX (1800 - 1841)
L'opera, insieme ad un'altra del tutto simile, rientra perfettamente all'interno della produzione di Pietro Piani. Negli inventari ottocenteschi della Pinacoteca e nella letteratura faentina di poco posteriore alla morte di Piani, le due opere insieme ad altre due tele (Casadei, 1993), sono sempre state ricondotte a questo artista. Inoltre, gli storici faentini poterono avvalersi delle testimonianze di Antonio Liverani, allievo e continuatore del Piani, strettamente legato alla decorazione ceramica fin dall'ultimo quarto del secolo XVIII, fino alla sua morte, avvenuta nel 1878. A Faenza, operarono diversi pittori di fiori e frutti, fra i quali G. Rivalta, G. Ugolini, D. Bertoni e altri ancora da individuare che adottarono stilemi simili a quelli del Piani. E' soprattutto la raffinata delicatezza dello stile e della resa artistica che fa attribuire il gruppo di opere a Piani, malgrado recenti messe in discussione.